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stories (IT)

Inno all'imperfezione
Dolomiti Bellunesi
Pubblicato a Febbraio 2017 in Genius loci


Osservo a lungo un’immagine sulla copertina di una rivista; ritrae un  folto gruppo di ardeidi di cui alcune decine in volo radente e  altrettanti fermi in primo piano con le zampe immerse nelle acque di un  lago. Tutto è perfetto: il punto di ripresa, la distanza ridotta dei  soggetti, la luce plumbea del cielo che, riflettendosi sulle acque  stagnanti del lago conferisce uno strano effetto “acciaio” all’immagine,  l’equilibrio dinamico fra gli esemplari “fermi” in primo piano e le  sfuggenti pennellate regalate dalle ali “mosse” nel cielo nero sullo  sfondo. Mi viene automatico chiedermi il lavoro di preparazione che c’è  dietro a quell’immagine perfetta, che forse è nata prima nella mente  dell’autore che nella realtà: ipotizzo che quegli uccelli sostino in  quel punto per un lungo periodo e che il fotografo abbia potuto  prendersi il tempo per scegliere e pianificare ogni dettaglio di  quell’immagine, costruzione del nascondiglio inclusa. Rifletto sul fatto  che i miei incontri con la fauna sulle Dolomiti non permettono mai un  approccio di questo tipo; tutto si svolge sempre in modo fugace e  concitato, tutto sembra affidato al caso, all’intuito di un momento, a  scelte fotografiche improvvisate; quel poco che si cerca di pianificare  viene sempre sovvertito dai fatti, l’incontro ha sempre il sapore dell’  ”adesso o mai più”, e molto spesso è così. Ne risultano quasi sempre  immagini che perfette non sono, ma che hanno spesso la capacità di  trasmettere un’idea di autenticità, di familiarità con atmosfere  realmente vissute, di equilibri grafici e cromatici precari, di attimi  rubati, di non eccessiva pulizia, di “sana” imperfezione,  che  personalmente ho imparato prima a sopportare, poi ad apprezzare e infine  a ricercare nelle immagini di quelli che considero, anche per questo  motivo, i miei fotografi preferiti.

Poi a volte, molto raramente, succede anche da queste parti che senza  pianificare nulla, il primissimo raggio di luce dell’alba decida proprio  di appoggiarsi sul soggetto che stavi inquadrando, donandoti un attimo  di perfezione che non è il frutto di una lunga preparazione, ma,  appunto, di un inatteso e gradito regalo.


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